Nel panorama imprenditoriale contemporaneo, la comunicazione non è più un accessorio: è un vero e proprio strumento di posizionamento. Sempre più spesso i founder non si limitano a guidare le aziende dall’interno ma ne diventano il volto pubblico, la voce che trasmette fiducia e credibilità.
Il founder è sempre di più il portavoce dei valori dell’impresa, è colui che mette in relazione il brand con il suo pubblico, contribuendo a renderlo riconoscibile, autorevole e duraturo.
La fiducia come capitale economico
La reputazione personale di un founder non è più un fattore marginale: oggi più che mai incide direttamente sul valore dell’impresa.
Secondo Entrepreneur, oltre il 70% delle persone si fida di più di un brand quando conosce e segue i suoi leader.
Di questi, più della metà dichiara una maggiore propensione all’acquisto e alla raccomandazione quando percepisce coerenza nei valori comunicati dal fondatore.
Nel complesso, una reputazione solida può arrivare a pesare fino al 44% del valore di mercato.
Per investitori, talenti e stakeholder, la credibilità del founder è spesso un parametro di scelta determinante.
Esporsi: un vantaggio competitivo
Metterci la faccia funziona: la comunicazione diretta del founder riduce la distanza tra brand e persone e costruisce un legame autentico.
Gli effetti si vedono concretamente:
Fundraising → la visibilità del founder facilita warm intro e inviti a demo.
Recruiting → un post su LinkedIn che chiarisce missione e cultura attrae candidati già allineati.
Sales & PR → interviste e talk diventano prove sociali che rafforzano credibilità e accelerano le decisioni di acquisto.
Un founder che pubblica insight utili, partecipa a conversazioni di settore e presta il proprio volto ai case study diventa un vero e proprio catalizzatore di fiducia.
Il rovescio della medaglia: quando tutto si regge sul founder
Esporsi comporta anche rischi. Un post frainteso, una frase in una live o un commento poco chiaro possono innescare una crisi reputazionale. Sui social, il silenzio viene letto come ammissione, mentre una replica emotiva amplifica il fraintendimento.
Per gli investitori questo aspetto è cruciale: secondo il Digital Investor Survey realizzato da Brunswick Group, il 91% dichiara di basare decisioni o raccomandazioni su contenuti trovati online e quasi la metà ha preso decisioni solo su quella base.
Questo aspetto mette in risalto l’importanza di una strategia di comunicazione chiara e ben strutturata. Il rischio, in caso di leggerezza, è molto alto soprattutto quando il brand si identifica troppo con la persona del founder: grande potenza comunicativa ma anche grande vulnerabilità.
Il ruolo delle Digital PR
Qui entra in gioco la strategia di Digital PR che, diversamente dalle strategie di marketing concentrate sulla promozione, lavora sulla percezione del brand in termini di autorevolezza e costruisce coerenza e continuità.
Come lo fa?
Selezionando i temi e angoli di comunicazione vicini al pubblico di riferimento.
Curando i registri comunicativi e i media di diffusione in linea con gli obiettivi del brand.
Sfruttando dati, casi reali e contenuti verificabili per la creazione dei comunicati.
Coltivando relazioni con testate editoriali, influencer, emittenti televisive e radiofoniche.
L’obiettivo è quello di trasformare l’esposizione del founder in un asset solido e duraturo, capace di reggere sia i momenti di crescita sia le fasi critiche.
Consigli pratici per i founder
Separare personale e professionale: i profili privati, quando ci sono, restano privati canalizzando tutta la comunicazione legata al business solo su profili professionali.
Mostrarsi in modo autentico: video parlati, dirette e toni sobri costruiscono prossimità.
Scegliere i canali giusti: non serve essere ovunque ma dove c’è davvero il proprio pubblico.
Curare la SEO personale: LinkedIn aggiornato, sito curato e articoli su media rilevanti consolidano la reputazione online.
Queste pratiche, semplici ma costanti, creano un terreno fertile su cui iniziare a costruire la propria autorevolezza.
Storie di successo
Veralab: Cristina Fogazzi ha trasformato una community in capitale narrativo e relazionale. Sponsorship a Sanremo e azioni locali hanno poi consolidato la reputazione. Quando è esploso un problema legato alla scontistica di alcuni prodotti, è intervenuta in prima persona con chiarezza e responsabilità, rafforzando la fiducia del proprio pubblico.
Bending Spoons: Luca Ferrari presidia le conversazioni complesse con testi lunghi e argomentati. La lettera agli utenti sull’acquisizione di Evernote è diventata fonte primaria e citabile, esempio di comunicazione fondativa.
Satispay: Alberto Dalmasso alterna storytelling di prodotto a contributi nel dibattito pubblico. Questo equilibrio ha consolidato la credibilità sua e del brand, anche a livello istituzionale.
Tre approcci diversi, una lezione comune: l’autorevolezza del founder è una leva strategica.
Conclusione
Il founder contemporaneo non guida solo l’innovazione: la racconta. Le Digital PR, in questo panorama, permettono di trasformare il volto del leader da punto vulnerabile a capitale strategico che:
genera fiducia,
attrae investimenti,
sostiene la crescita nel tempo.
Se è vero che l’autorevolezza nasce dalla coerenza tra ciò che viene detto e ciò che viene fatto, è vero anche che cresce solo quando viene governata con metodo. Esporsi, quindi, non significa improvvisare ma comunicare con consapevolezza.
In questo senso, una strategia di Digital PR è l’architettura invisibile che dà ritmo, senso e solidità alla loro voce pubblica.
Risposta (1)
StrongHer Mentor
Team Qonto
Grazie @Carlo Occhinegro per la condivisione!
Ho una domanda per founder, imprenditrici e imprenditori che ci leggono: avete mai ottenuto clienti, investor o talenti grazie alla vostra presenza digitale?
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