23/06/2025

Da Ditta Individuale a Società: opzioni, strategie e riflessi fiscali

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Dottore Commercialista - Founder @ Itadvisors

Dottore Commercialista specializzato in business Plan, consulenza per lo sviluppo azien...

Hai lanciato la tua attività come ditta individuale, hai fatto tutto da solo e hai iniziato a vedere i primi risultati concreti.

A questo punto ti stai facendo una domanda cruciale: ha senso continuare così, oppure è il momento di fare il salto verso una forma societaria?

Vediamo le opzioni che hai a disposizione, le strategie più adatte per compiere questo passaggio e – attenzione – anche i riflessi fiscali e previdenziali, la cui pianificazioni nei limiti di legge è del tutto legittima, e che possono essere decisivi per capire se è davvero il momento giusto.

 

1. Ditta Individuale: vantaggi e limiti

Hai scelto di partire con una ditta individuale, com’è naturale per moltissimi imprenditori: semplice da aprire, snella da gestire, con costi ridotti e pochi vincoli burocratici. 

Ma adesso il contesto è diverso e, inoltre, ci sarebbe quel tuo collega e amico con il quale forse ti piacerebbe metterti in affari. 

In poche parole: la struttura attuale inizia a starti stretta. È ora di fare un passo avanti.

La ditta individuale ti ha dato autonomia, ma comincia a mostrarti i suoi limiti. 

Il primo è evidente: la responsabilità illimitata. Tutto quello che accade nella tua attività ricade direttamente su di te, anche a livello personale. Un problema con un cliente, un debito inatteso, una controversia legale e rischi di mettere a repentaglio il tuo patrimonio privato.

Poi c’è l’aspetto fiscale. Finché i risultati sono modesti, l’IRPEF (o anche meglio la flat tax prevista dal regime forfettario) è “gestibile”. Ma adesso, con un reddito più consistente, la tassazione personale comincia a pesare. 

E ti domandi se forse, con una società, potresti ottimizzare meglio i costi, gli utili e destinare i risultati a ulteriori e diversi investimenti.

La scelta di passare a una società non è solo una possibilità: è la naturale evoluzione del tuo percorso imprenditoriale.

 

2. Quale società fa per te? Scopriamo insieme le opzioni

Il primo interrogativo riguarda la forma giuridica della futura impresa: S.r.l.? S.n.c.? Società di Persone o di Capitali? Startup Innovativa? Società Benefit?

Continuare a operare da soli o coinvolgere dei soci?

La risposta incide profondamente sul futuro dell’impresa. Se si decide di avere dei soci è fondamentale stabilire con chiarezza ruoli, responsabilità e quote di partecipazione alla società. Redigere le norme di funzionamento della società (Statuto) ad hoc, e valutare la redazione di patti parasociali che regolino i rapporti tra i soci (o solo alcuni), così da prevenire potenziali conflitti. 

Qual è il contributo che ciascun socio può portare: capitale, competenze, rete di contatti? valutare il contributo che ciascun socio può apportare è fondamentale per 3 motivi principali:

  1. Verificare se i soci fondatori hanno tutte le competenze tecniche, commerciali e organizzative necessarie a sviluppare l’idea di business, oppure se devono rivolgersi a degli specialisti esterni.

  2. Quantificare se il capitale versato dai soci fondatori è coerente con il fabbisogno finanziario per avviare l’azienda, oppure se è necessario ricorrere a finanziatori o investitori.

  3. Stabilire con chiarezza ruoli, responsabilità e quote di partecipazione alla società.

 

Torniamo ora al primo interrogativo: quale forma giuridica scegliere?

La costituzione della società in forma SRLS (Società a Responsabilità Limitata Semplificata), considerata la gratuità dell’atto notarile, è attraente.

La costituzione della società con la qualifica di Startup Innovativa (e registrazione alla relativa sezione speciale del Registro Imprese) offre vantaggi significativi e può essere la scelta ideale se si intende aprire il capitale a investitori o soci terzi, in quanto le persone e società che versano del capitale in una Startup Innovativa possono avere il diritto ad una detrazione fiscale sull’investimento. 

Un'altra opzione particolarmente interessante ed emergente è la costituzione di una società sotto forma di Società Benefit. Questo tipo di società double purpose consente di affiancare all'oggetto sociale “commerciale” che si andrà a svolgere per generare profitto, anche l’impegno a perseguire un impatto positivo su persone, comunità, e ambiente. 

Costituire una Società Benefit può essere una scelta strategica per le imprese che desiderano distinguersi nel mercato, attrarre investitori orientati all'impatto sociale-ambientale e creare valore per i propri stakeholder.

 

In sintesi, queste sono solo alcune delle possibilità che dimostrano quanto sia sbagliato adottare soluzioni preconfezionate: la scelta della forma giuridica è uno dei passaggi più delicati e cruciali nella fase di avvio di un’impresa, poiché può influenzarne in modo decisivo lo sviluppo e ha un impatto significativo sugli obblighi fiscali e previdenziali, sia per la società stessa che per i singoli soci.

Quando si vuole sviluppare un progetto imprenditoriale è fondamentale consultare tempestivamente un Commercialista per individuare la forma giuridica più adatta e pianificare l’ottimale struttura giuridico fiscale dell’azienda. 

Questa scelta rappresenta uno dei fattori critici di successo poiché una corretta impostazione giuridica e fiscale incide sulla competitività e sulla capacità di crescere nel lungo periodo.

Vediamo le principali opzioni.

S.n.c. o S.a.s – società di persone

Sono le cosiddette “società di persone”, dove la responsabilità è personale e, in parte, illimitata. La S.n.c. (Società in nome collettivo) e la S.a.s. (Società in accomandita semplice) sono forme societarie che prevedono la presenza – obbligatoriamente – di almeno due soci.

Hanno una gestione più semplice e meno vincoli rispetto a una S.r.l., non sono tenute al deposito del bilancio civilistico in Camera di Commercio, possono adottare una contabilità c.d. semplificata, con quindi minore “burocrazia e minori costi, non devono annotare i verbali delle assemblee e soggiacere a tutte le ritualità previste per le società di capitali.

Per questo, oggi, sebbene soprattutto dopo l’ultima crisi iniziata nel 2008 abbiano certamente perso appeal rispetto alle S.r.l., restano comunque una opzione molto valida per progetti aziendali che non prevedono cospicui investimenti e non bisogna sottovalutare l’aspetto della riservatezza (i bilanci – per ora – non devono essere depositati)

S.r.l. – società di capitali

Nascono con lo sviluppo del capitalismo e dei grandi traffici commerciali, quando diventa necessario raccogliere capitali da soggetti estranei alla gestione. 

In epoca moderna le società di capitali sono divenute sempre più diffuse anche per piccole realtà e hanno certamente avuto un’espansione con l’introduzione della Srl unipersonale (che rimane l’unica opzione per avere una società a socio unico).

Se stai cercando una forma societaria che ti dia protezione personale, ti permetta di gestire l’attività in modo professionale e lasci spazio a crescita e investimenti futuri, la Società a responsabilità limitata (S.r.l.) è quella da guardare per prima.

✅ Hai responsabilità limitata: se qualcosa va storto, non rischi il tuo patrimonio personale.
✅ Puoi aprirla anche da solo, oppure con altri soci.
✅ È flessibile e personalizzabile, sia nella gestione interna che nella distribuzione degli utili.
✅ È ottima se stai iniziando a crescere sul serio o vuoi strutturarti meglio.

Certo, ha un po’ più di burocrazia, dovuta proprio ad una struttura di regole pensata per accogliere e tutelare più soci e investitori che non partecipano alla gestione, e questo comporta anche costi di gestione superiori rispetto a una ditta individuale, ma nulla di impossibile, soprattutto se sei già operativo e generi un buon fatturato.

S.r.l.s. – La S.r.l. “semplificata” per chi vuole partire subito

Stesso principio della S.r.l., ma in versione “light”. La S.r.l.s. (semplificata) è pensata per chi è all’inizio e vuole una società a tutti gli effetti, senza dover investire grandi somme.

✅ Capitale minimo? Anche solo 1 euro.
✅ Nessun compenso notarile per la costituzione.
✅ Si costituisce in tempi rapidi, con uno statuto standard.

È perfetta se sei convinto di voler creare una società da subito ma vuoi tenere le spese sotto controllo. Poi, col tempo, potrai sempre passare a una S.r.l. classica, più flessibile.

Tuttavia, è bene sapere che questa forma impone l’utilizzo di uno Statuto standard e non modificabile in sede di costituzione. Ad esempio, non è possibile prevedere il diritto di prelazione per i soci nel caso in cui uno di loro desideri cedere le proprie quote di partecipazione; non consente di stabilire una durata della società, il che conferisce a ogni socio la facoltà di recesso in qualsiasi momento, obbligando la società o i soci superstiti a liquidare la quota del socio uscente. Questi sono solo alcuni dei vincoli che l'imprenditore deve considerare quando sceglie la forma giuridica della S.r.l.s. ma ve ne sono molti altri.

3. Strategia: quando è il momento giusto?

Non esiste una regola fissa, ma ci sono segnali chiari che ti dicono che è il momento di evolvere:

  • Il fatturato cresce stabilmente;

  • Hai bisogno di assumere o trovare soci;

  • Vuoi accedere a finanziamenti o investitori;

  • Vuoi proteggere il tuo patrimonio;

  • La tassazione personale sta diventando pesante.

In questi casi, trasformare la tua ditta individuale in una società non è solo una scelta intelligente, ma necessaria per sostenere la crescita.

 

4. Come avviene il passaggio? Capiamo il “Conferimento”

Non esiste una “trasformazione automatica” da ditta individuale a società. 

L’operazione più corretta nella maggior parte dei casi è il Conferimento, cioè conferire, come capitale, l’azienda, cioè la ditta individuale con le sue attività in blocco nella nuova società. Ed è anche, nella maggior parte dei casi, un’operazione fiscalmente neutra.

Altre operazioni, tuttavia nella maggior parte dei casi sconsigliate, possono essere:

  • chiudere la ditta individuale e aprire una nuova società, opzione sconsigliata;

  • cedere l’azienda (ditta individuale) alla nuova società.

Ognuna ha implicazioni fiscali e civilistiche diverse. Il consiglio? Fatti affiancare da un commercialista esperto in operazioni straordinarie.

È bene precisare che in caso si scelga una S.r.l.s. non potrà effettuarsi il “conferimento” perché in questo caso il capitale sociale deve sottoscriversi interamente in denaro.

5. E le tasse? Occhio ai riflessi fiscali del passaggio

Parliamoci chiaro: quando si valuta il passaggio da ditta individuale a società, una delle prime domande che viene in mente è “Mi conviene dal punto di vista fiscale?”
La risposta non è uguale per tutti, ma ci sono alcune cose fondamentali che devi assolutamente sapere per non trovarti sorprese (o occasioni perse).

 

Con la ditta individuale paghi tutto tu, e tutto in IRPEF: fino ad ora, con la tua ditta individuale, tutti gli utili sono considerati reddito personale. Questo significa che finiscono dritti nella dichiarazione dei redditi e vengono tassati con l’IRPEF a scaglioni. E se hai superato certi livelli di fatturato e reddito… lo sai: le aliquote salgono rapidamente, anche oltre il 40%.

Con la società, il carico fiscale si gestisce diversamente: quando passi a una società le cose cambiano: nel caso di una società di persone la società viene assoggettata al pagamento dell’IRAP, ed il reddito netto viene trasferito “in trasparenza” ai soci. Quindi rimani sempre tu, persona fisica, a “pagare” direttamente le imposte. 

Diverso è il caso della società di capitali (S.r.l.) dove, a meno che non si sia optato per il regime di trasparenza, cioè lo stesso meccanismo sopra esposto, qui non sei più tu, persona fisica, a pagare direttamente di tasca tua, ma a pagare le tasse è la società, che diventa un soggetto autonomo.

  • Il reddito societario viene tassato con l’IRAP (intorno al 3,9%) e l’IRES al 24%.

Se poi vuoi prelevare parte dell’utile per te, subentra l’imposizione sui dividendi (che, per farla semplice, oggi è al 26%).

Risultato? Hai maggiore controllo su quanto reinvestire e quanto distribuire. E puoi pianificare meglio anche la tua posizione fiscale personale.

Inoltre, se lavori attivamente nella società, puoi percepire un compenso da amministratore o uno stipendio. Questo ti dà una base imponibile chiara per contributi INPS, mutui, pensione e così via.

 

Attenzione: la fiscalità cambia, ma anche i contributi previdenziali

Sei iscritto alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS con la tua ditta? Con la S.r.l. le cose si modificano. 

In alcuni casi passi alla Gestione Separata, in altri resti nella gestione precedente, ma con modalità diverse. Va valutato caso per caso.

In sintesi: conviene? Spesso sì, ma non è automatico

Il passaggio a una società non è sempre sinonimo di risparmio fiscale immediato, ma può offrire strumenti molto più efficienti per gestire gli utili, proteggere il tuo reddito e fare pianificazione a lungo termine.

 

Aprire una società non è solo burocrazia: è visione. Il momento è questo ?

Aprire una società non è solo una formalità. È una dichiarazione d’intenti, è mettere nero su bianco che credi nel tuo progetto, che sei pronto a investire, crescere, delegare, costruire qualcosa che va oltre te stesso.

Se ti stai ponendo il dubbio, è perché  stai già crescendo. Non ignorarlo. Non aspettare “il momento giusto” perché spesso il momento giusto è quando lo decidi tu. Però pondera bene costi e burocrazia. Devi essere sicuro.

Aprire una società non è solo un passo avanti. È l’inizio di un modo nuovo di fare impresa.

 

Q&A

So che i dubbi possono essere tanti quindi ho deciso di non chiudere qui questo articolo, ma di raccogliere le principali domande che mi vengono poste durante questo passaggio e riportarle qui per te con le mie risposte. Vediamole:

Posso continuare a fatturare con la ditta mentre apro la società?

Molti imprenditori temono un “buco operativo”. La risposta è sì: si può avviare la nuova società in parallelo, poi trasferire progressivamente l’attività, clienti e contratti. Ma attenzione a non creare confusione fiscale o doppia imposizione: il timing deve essere progettato.

E se ho già beni intestati alla ditta individuale? Cosa succede?

Capannoni, macchinari, veicoli: tutto intestato a nome tuo. Conferire nella società significa, nella maggior parte dei casi, se lo ritieni opportuno, di portarli nella società. Ma non è sempre la decisione migliore, deve essere valutato caso per caso.

Quindi poi pago meno tasse o no?

Domanda cruciale. La verità è che la società non serve a “pagare meno”, ma a pagare meglio. Puoi scegliere:

  • quanto tassare (es. utile vs compenso amministratore);

  • quando tassare (es. utile reinvestito non distribuito);

  • su chi tassare (es. dividendi al socio con aliquota più favorevole). Questo è tax planning, non evasione.

I clienti devono firmare nuovi contratti? O li posso ‘spostare’?

Sì, se conferisci l’azienda i contratti si trasferiscono automaticamente. Ma informare i clienti è sempre buona prassi e può diventare un’occasione per rilanciare il brand o aggiornare le condizioni.

E se poi voglio chiudere la società? Posso tornare indietro?

Sì, ma non è una strada facilmente reversibile. Liquidare una società ha costi, tempi, adempimenti. Meglio considerarla fin da subito come una struttura di lungo periodo, eventualmente flessibile.

Cambia qualcosa a livello di contabilità?

Sì. La ditta individuale può essere in contabilità semplificata, la società (quasi sempre) in ordinaria. Questo comporta:

  • più scritture (libri sociali, libro inventari…),

  • maggiori obblighi dichiarativi,

  • e soprattutto una contabilità che comprende la parte finanziaria, che può essere uno strumento preziosissimo (non solo un onere).

 

E se apro la società con mia moglie, mio marito o con mio fratello? È rischioso?

Altro tema centrale. In società vale tutto: fiducia, ma anche patti chiari. Serve un accordo parasociale, una pianificazione del potere decisionale, delle uscite, della distribuzione utili. 

 

Mi cambia qualcosa a livello di INPS o pensione?

Sì, può cambiare:

  • Ditta individuale: sempre Gestione Artigiani/Commercianti, con contributo fisso minimo e percentuale sul reddito.

  • S.r.l. senza partecipazione lavorativa attiva: potresti anche non versare nulla.

  • S.r.l. con ruolo operativo o amministrativo: scatta Gestione Separata o Artigiani, a seconda dei casi.

Ogni scenario cambia costo, deducibilità e strategia pensionistica. Serve una simulazione.

 

"Se apro la società ora, poi posso chiedere finanziamenti o bandi?"

Sì, e spesso è meglio avere una società per accedere a certi fondi, crediti d’imposta, bandi regionali, PNRR, Invitalia ecc. Anche per le banche, una S.r.l. con bilanci ordinari è molto più leggibile (e finanziabile) di una ditta.

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1 risposta

24/06/2025

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LA SCELTA DEL MODELLO AZIENDALE, VARIA DA SOGGETTO A SOGGETTO E DA OGGETTO AD OGGETTO DELL'ATIVITA'. BISOGNA RICEVERE IL CLIENTE E FARE UNA "CONFESSIONE" SU COSA SI IMPERNIA LA SUA ATTIVITA'...SU QUALI OBBIETTIVI CONCENTRARCI X LA CRESCITA FUTURA DEL SUO CORE BUSINESS...VALUTARE INSIEME COSTI/BENEFICI...TUTELE PERSONALI E PATRIMONIALI...